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Non restare escluso dai tuoi dati! Gli Standard Aperti sono essenziali per la libertà e la privacy
I dati “appartengono” davvero all’utente? Cosa succede se si usa un software, si salva il lavoro nel formato proprietario di quel software e poi, dopo qualche anno, quel software smette di funzionare? Sono guai. Non è un’ipotesi: succede continuamente. Vari soggetti cercano di sfruttare gli utenti offrendo app o servizi di comunicazione che usano formati di dati proprietari per intrappolarli nel loro software, hardware e servizi.
Ma non è necessario continuare come vorrebbero. È possibile liberarsi da restrizioni e lock-in dei fornitori continuando a usare Standard Aperti. Si tratta di formati di dati che possono essere implementati liberamente in qualsiasi servizio, hardware o software.
Ricordi quando è arrivato un file importante che il computer non riusciva a leggere correttamente? Ricordi di aver dovuto comprare o scaricare una nuova applicazione solo per aprire un allegato necessario per lavoro? La stessa cosa accade decine di migliaia di volte ogni giorno. Si può immaginare quanta condivisione di conoscenza non avvenga solo perché mittente e destinatario (intenzionalmente o meno) usano formati di dati diversi?
Incompatibilità di questo tipo sono di solito causate da modalità di memorizzazione delle informazioni segrete (“chiuse”) e di proprietà privata (“proprietarie”). Causano enormi problemi a persone, aziende e governi, e costano alla società tantissimo in creatività, produttività ed efficienza. Standard incompatibili vengono usati per manipolare i mercati e permettono alle aziende di far pagare cifre ingenti alle persone semplicemente per il privilegio di accedere ai propri dati.
Ecco perché gli Standard Aperti sono così importanti. Solo standard apertamente implementabili, utilizzabili e documentati possono garantirne la compatibilità in qualsiasi software e su qualsiasi dispositivo, oggi e in futuro. I formati di dati e gli standard dovrebbero essere aperti sia nella trasmissione che nell’archiviazione, comprese interfacce e protocolli.
La libertà dei documenti riguarda molto più di saggi e fogli di calcolo. Riguarda il controllo su qualsiasi tipo di dato digitale, incluse opere artistiche, spartiti e musica registrata, email e statistiche. Questi possono essere memorizzati in modi che danno potere agli utenti, ma possono anche essere memorizzati in formati che ci limitano e manipolano a costi enormi. I documenti non liberi sono vincolati a un determinato software o a una determinata azienda. L’autore non può decidere come usarli perché sono controllati da restrizioni tecniche. È come un’auto potente limitata artificialmente a 30 km/h.
Gli Standard Aperti, al contrario, sono formati e protocolli che tutti possono usare senza costi né restrizioni. Hanno la compatibilità “integrata”: il loro funzionamento è condiviso pubblicamente, e qualsiasi organizzazione può usarli nei propri prodotti e servizi senza dover chiedere permesso. Gli Standard Aperti sono il fondamento della cooperazione e della società moderna: binari ferroviari, prese elettriche e la lingua naturale sono tutti esempi di specifiche su cui facciamo affidamento e che diamo per scontate.
Si immagini se parlare inglese richiedesse un permesso e una tassa di licenza: la società sarebbe arretrata e caotica. Perciò, i documenti liberi possono essere usati in qualsiasi modo l’autore intenda e senza restrizioni. Possono essere letti, trasmessi, modificati e trasformati usando una varietà di strumenti.
Il Document Freedom Day è una celebrazione annuale che si svolge l’ultimo mercoledì di marzo.